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2014/10/23/18:34:08
No.29675
HO CONOSCIUTO Francesco Cossiga a Montecitorio nell' ormai lontanissimo 1962, nelle convulse settimane che portarono al Quirinale Antonio Segni. I due passeggiavano lentamente in uno dei corridoi laterali del palazzo mentre nell' aula si votava. IL PI giovane accompagnando e quasi sostenendo il piA1 anziano. Era gentile, elegante. Il giovane deputato che conobbi allora, orgoglioso della sua origine sarda e, come ebbe modo di raccontarmi piA1 tardi, di una sua sia pur lontana parentela con Enrico Berlinguer, sarebbe diventato in seguito uno degli uomini piA1 importanti e controversi della nostra Repubblica. Aveva una vera e propria passione, e non lo nascondeva per gli intrighi, i complotti, i servizi segreti. E quando, ad appena cinquant' anni, entra al Viminale come ministro dell' Interno, si dedica in primo luogo ad una ristrutturazione dei nostri servizi. Siamo nel 1977: il nostro paese, stretto tra un disordinato movimento studentesco e le prime manifestazioni brigatiste all' insegna della P.38, vive uno dei momenti piA1 pericolosi della sua storia. Due drammatici episodi battezzano l' esordio del nuovo ministro dell' Interno: a Bologna davanti all' UniversitA? uno studente, Francesco Lorusso, A¨ ucciso da un colpo di fucile sparato da un carabiniere; a Roma, poche settimane dopo, nel corso di una manifestazione convocata per ricordare la vittoria nel referendum sul divorzio, la polizia spara e uccide una ragazza di diciannove anni, Giorgiana Masi. Cossiga ha avuto il suo battesimo del fuoco. Da allora il suo nome, Cossiga, verrA? scritto, su tutti i muri raggiungibili, con la K iniziale e il segno delle SS naziste. Il giovane ministro dell' Interno procede alacremente nella riorganizzazione dei servizi, istituendo i reparti speciali della polizia e dei carabinieri. Ma quando, il 16 marzo del 1978, a Via Fani un commando brigatista rapisce Aldo Moro, presidente della Dc e uccide gli uomini della sua scorta, tutto il sistema di sicurezza targato Cossiga va in tilt. La banda di brigatisti attraversa tutta Roma con il prigioniero che riuscirA? a tenere segregato finchAc vorrA?, per restituirlo, alla fine, estremo dileggio, a poca distanza da Piazza del GesA1, sede della Dc e da Via Botteghe Oscure, sede del Pci. Ero lA¬, in Via Caetani, vicino alla Renault nel cui bagagliaio era rinchiuso il cadavere di Moro, quando arrivA2 il ministro Cossiga. Stravolto. Notai, per la prima volta, i suoi capelli bianchi e alcune strane macchie sul viso. (Era a lui che Moro aveva inviato la sua prima, dolente, lettera dal carcere, per chiedere aiuto) . Lo stesso giorno Cossiga darA? le dimissioni da ministro. Ma la sua carriera politicaA¨ tutt' altro che finita. Dopo un anno circa, nell' agosto del 1979 assumerA? la presidenza di un governo che chiude definitivamente la fase della solidarietA? nazionale del quale fanno parte, oltre ai democristiani, repubblicani, socialdemocratici, socialisti. Ministro del lavoro A¨ Claudio Donat Cattin, vicesegretario della Dc, uno dei leader storici del partito. Siamo nei mesi di un drammatica intensificazione delle attivitA? terroristiche. Sono giA? caduti, tra gli altri Vittorio Bachelet, Giancarlo Galli, Emilio Alessandrini. Uno dei centri del terrorismo ora A¨ Torino. Un giovane brigatista, Roberto Sandalo, arrestato confesserA? al giudice Caselli che uno dei capi dei killer A¨ Marco Donat Cattin, figlio del ministro del lavoro. E aggiunge che sarebbe riuscito a fuggire grazie all' aiuto del padre, messo sull' avviso dal presidente del Consiglio, Francesco Cossiga. Quando la notizia trapela lo scandalo A¨ enorme e il Pci chiede la messa in stato d' accusa del presidente del Consiglio e del suo ministro. Il dibattito parlamentare conosce momenti drammatici, ma alla fine l' Inquirente approva la proposta di archiviazione che eviterA? a Cossiga il rinvio a giudizio di fronte alla Corte Costituzionale. (Ricordo che, fuori dall' aula, un deputato democristiano, soddisfatto, commentA2 Non siamo mica a Sparta, qui.). Pure assolto, Francesco Cossiga, uscA¬, da questa vicenda ancora una volta duramente provato. Ma pochi anni dopo, il 24 giugno del 1985, verrA? eletto, al primo scrutinio Presidente della Repubblica, con i voti anche del Pci, reduce dalla sconfitta subita al referendum sulla scala mobile. Francesco Cossiga entrerA? al Quirinale in punta di piedi, preannunciando una presidenza rispettosa dei poteri delle due Camere, del governo, della Corte Costituzionale, e particolarmente sensibile ai problemi della gente comune e delle sue sofferenze. Sembrava preannunciarsi, dopo tanto travaglio, una presidenza tranquilla, quasi incolore. Poi, all' improvviso, qualcosa cambiA2. Il presidente annunciA2 di volersi togliere molti sassolini dalle scarpe, e se ne tolse, fino a tramutarsi in quello che venne definito "il picconatore". Il punto culminante dell' attivitA? picconatrice al Quirinale si ebbe sulla vicenda Gladio. Cossiga non esitA2 a svelare la genesi dell' operazione "Stay behind", destinata a prendere in mano le armi se i comunisti avessero conquistato il potere. Nel corso degli ultimi anni, Francesco Cossiga, ormai senatore a vita, attraversA2 periodi di vera e propria euforia alternati a periodi di depressione, denunciA2 complotti, indicA2, spesso contraddicendosi, gli autori delle piA1 oscure tragedie che hanno insanguinato la nostra storia (dalla strage di Ustica alle bombe alla stazione di Bologna) Ancora una volta, tuttavia, intervenne, con un ruolo decisivo, nella vita politica italiana quando, nell' autunno del 1998, il piccolo gruppo di parlamentari da lui creato, i cosiddetti straccioni di Valmy votarono, dopo la caduta di Prodi per opera di Bertinotti, a favore di Massimo D' Alema, consentendo cosA¬ per la prima volta a un ex comunista di andare a Palazzo Chigi. E di fare la guerra del Kossovo che Prodi scriverA? lo stesso Cossiga non avrebbe mai fatto. Il disegno di Prodi A¨ la realizzazione dei sogni di Dossetti. E ricordiamoci che Dossetti votA2 contro l' adesione dell' Italia alla Nato.i≫?da questa estateverrA? adattato pure per la sposa